Il ritorno alla pseudo-normalità agognato da mesi si sta finalmente riproponendo, dopo più di due anni di pandemia da Covid.
Cene con gli amici, viaggi, manifestazioni e eventi culturali, cinema, teatro, concerti… Questo si sta riaffacciando alle nostre vite, ma non sempre suscita l’entusiasmo che ci si aspetterebbe. Almeno, non per tutti.
Infatti, per alcune persone uscire di casa e tornare alle attività del pre-Covid sembra meno piacevole del previsto. A volte può capitare di sentire questi eventi non come attività piacevoli ma come pesi o difficoltà da gestire e sentire disagio nel ritorno alle attività che coinvolgono il “fuori casa”.
Ecco allora che si iniziano a declinare gli inviti, sentendo poi rimpianto per non averli accettati, oppure a frequentare gli eventi ma percependone il peso emotivo e il rimorso per essersi fatti trascinare dagli altri.
La sensazione di sicurezza percepita a lungo dentro un ambiente, con la percezione che un luogo ci protegga da problemi incombenti, sensazione di per sé estremamente rassicurante a volte può produrre una conseguenza collaterale che può sembrare paradossale, e in un certo senso lo è. Tutto ciò si può tradurre nell’angoscia nel lasciare la propria casa.
Cos’è la “sindrome della capanna” o “del prigioniero”?
Articolo completo sul numero di Aprile-Maggio 2022